Monday, June 27, 2005

Un nuovo presidente in Iran

Mahmoud Ahmadinejad è il nuovo presidente iraniano - speriamo che chi lo dipinge come un integralista islamico si sbagli o che comunque prevalga la ragione di stato.

Se invece così non sarà prepariamoci a vedere ristabilite restrizioni di ogni genere per le donne e altre belle trovate sul modello talebano.

E se per caso questo signore si mettesse a inneggiare alla Guerra Santa dall'alto di un minareto, allora che dovremo fare, un'altra operazione Desert Storm o Enduring Freedom che dir si voglia? Se per caso questo signore non mantenesse del tutto la parola per quanto riguarda gli usi pacifici del nucleare che NOI occidentali gli abbiamo venduto, che faremo?

Purtroppo la lezione imparata in duemila anni di storia sembra servire a poco: il governo di un Paese non può essere lasciato ai preti (qualsiasi: cattolici, islamici, ebrei) pena il rischio che se per caso la persona eletta (e diamo pure per scontato che l'elezione sia sovrana e legittima come, fino a prova contraria, è stata quella in Iran) dà fuori di matto, il sistema è privo di difese.

Io, da cattolico praticante, vorrei che tutti fossero cattolici perché vorrei condividere i tanti valori positivi del cattolicesimo, ma non vorrei mai vivere in uno stato confessionale cattolico, perché questo vorrebbe dire allontanare da esso i non cattolici che, invece, sono una ricchezza inestimabile in ogni altro campo escluso quello religioso.

Gli artt. 7 e 8 della Costituzione regolano già questa indipendenza che però in questo periodo mi sembra dimenticata dalla CEI e in misura minore, dal Papa (anche se è apprezzabile la delicatezza con cui Benedetto XVI si tiene sul terreno dei principi generali evitando di scendere direttamente sul terreno legislativo).

I principi generali di funzionamento NON DOVREBBERO dipendere da un mero calcolo di maggioranze, anche perché esse sono variabili: basta pensare che se i tassi di crescita (o decrescita) rimanessero quelli attuali e i flussi migratori pure, la popolazione islamica in Italia diventerebbe maggioranza in meno di quarant'anni: è ovviamente una iperbole, ma dovrebbe farci pensare che l'eredità di saggezza derivante da tante guerre sante è uno Stato così fortemente laico da non consentire a nessuno, per quanto in maggioranza, di trasformarlo in stato confessionale.

Sunday, June 26, 2005

Domenica bestiale

Davvero una domenica bestiale - stamattina gita a Vinovo per la gara di Fede (andata male, poverino!). La Milano-Torino ormai non ha più neppure un chilometro senza lavori, è davvero un'angoscia.

Infatti al ritorno ho fatto la Piacenza-Brescia e poi la A7 e non ho trovato un cane, anche se nel pomeriggio poi la A7 diventerà un inferno immagino.

Musica
Non ho quasi più lavoro e allora ho fatto una revisione generale del software musicale perché avevo ancora il problema dei files acquistati su iTunes con quel DRM assurdo; quando ci avevo guardato l'ultima volta ero rimasto un po' bloccato perché l'unica utility decente era una command line DOS e con i nomi lunghi faceva pasticci tremendi. Invece ho fatto proprio bene ad aspettare perché lo stesso autore ha ora fatto JHymn un programmino Java che funziona che è una meraviglia, anche se per ottenere la mia chiave di cifratura deve fare un numero ridicolo: collegarsi a iTunes e fingersi uno dei miei computer autorizzati.

E' davvero un tarocco e l'autore stesso riconosce che una soluzione di reverse engineering sarebbe assai più elegante, ma per ora non c'è altro. Comunque funziona molto bene, anche se mi sembra che encodi a 320kbps (il massimo, ovviamente) ma che non usi VBR per cui i files sono un po' più grossi del normale; non che me ne freghi, l'iPod è ancora mezzo vuoto, mi sembra solo strano...

Immagini nel blog ?
Trovo la news, provo subito !

Perbacco, funziona benissimo !! - quello sopra è lo stato attuale della terrazza che con tanta fatica stiamo costruendo e nelle prossime settimane completeremo.

Saturday, June 25, 2005

Caldo solitario

Una esperienza nuova - oggi sono completamente, assolutamente, integralmente solo.

Mirella e la Doda al mare, la Momi partita per Selva, Fede al concorso. Mi resta solo l'Agrippina.

In effetti già da un paio d'ore ho attaccato l'iPod alla televisione e sparo foto accompagnate da musica soft. Forse mi sento solo? Penso di sì, non è una condizione cui sono abituato e come tale non sono particolarmente attrezzato - specialmente un giorno lungo come un sabato.

Per fortuna ho lavoro da sbrigare, ma bisognerà che lo razioni (fa ridere, no?)

Ora ho anche fame, e mi sforzerò di prepararmi qualcosa.

In più il caldo è davvero soffocante, questa mattina ho provato a organizzare la casa in modo da gestire il caldo un po' meglio: persiane chiuse, riscontri dovunque possibile (e marchingegni vari per evitare sbattimenti di porte) ma per ora non c'è manco un refolo. Io sto installato sotto il portico, col ventilatore che va, anche se qualsiasi velocità superiore alla minima fa un rumore davvero spiacevole - non sento più la musica, dunque meglio al minimo. La Mirella sarebbe contenta.

Mi viene in mente che i nonni Facchin e Catalfamo sono via anche loro; Paolo mi ha chiamato ieri da Piombino... insomma, più ci penso più mi sento solo.

Ma come faranno quelli che passano così tre mesi ? Evidentemente si organizzano meglio di me con amici ecc.

Io per ora ho un mezzo impegno con Dicran per andare al cinema con Fede. Ah, poi ho anche la cena con Chiara e Karla, bisognerà anche che trovi un ristorante adeguato, Calajunco sarebbe stato perfetto, ma... chiederò alla Koppel come al solito !

Esperimenti
Ieri sera due ore su Keyhole (comprato da Google) a me sembra straordinario, ho trovato tutti e tredici gli ottomila e svolazzo dall'uno all'altro attraverso Himalaya e Karakorum; sul Corsera di oggi Stefano H si difende da vaghe accuse di violazione della sicurezza: cazzate, ma anche loro sono dei bei pirla, se non avessero oscurato niente nessuno avrebbe detto nulla, ma nascondere solo la Casa Bianca...

a proposito, ora cerco villa Certosa.

Ho sperimentato per bene anche Grokker: certi risultati sono sorprendenti, ma poi fa pasticci con l'aggregazione. Certo la versione client-server è molto meglio di quella web, ed è anche più veloce. Forse l'idea qui è che ai risultati rough si aggiunga poi l'intelligenze dell'operatore che raffina il risultato ulteriormente per arrivare alla mappa definitiva.

Certo la paginata che arriva da Google è sempre meno adeguata, avevo provato anche Clusty, che racconta i cluster in forma testuale in un barra a sinistra, mentre Grokker ha una visualizzazione grafica che colpisce assai e permette per l'appunto una ulteriore manipolazione intelligente da parte dell'operatore.

Thursday, June 23, 2005

Verdi sì o Verdi no

Stefano L mi ha cazziato di brutto ieri. Sostiene che in sostanza non ho capito una sega e che Verdi è il più grande drammaturgo che ci sia.

Sarà!

Forse è una questione di semantica - la cosa che mi lascia perplesso è che la musica sembra poco accompagnata all'azione teatrale e su questo si è dichiarato d'accordo anche lui, ma sostiene che tutte le altre pecche siano colpa dei pellegrini che hanno messo in scena la rappresentazione.

Sunday, June 19, 2005

Viva V.E.R.D.I.

Tradizionale gita all'Arena di Verona e tradizionale bagno nella musica lirica verdiana - un Nabucco ovviamente proporzionato alla vastità del palcoscenico scaligero - decine di figuranti e comparse, cori colossali e qualche trovata scenografica un po' sopra le righe.

E attraverso l'intera serata un certo disagio per non apprezzare poi fino in fondo lo spettacolo: eppure un ottimo basso (Leo Nucci) interpreta Nabucco e un'altrettanto valida (oltre che dotata del vero physique du role) soprano (Susan Neves) interpreta Abigaille.

Forse mi disturba la prevedibilità con la quale Vjekoslav Sutej ripete Va' pensiero quasi senza che ci sia bisogno di una pressante richiesta dal pubblico, ma sta di fatto che mi sono rimaste diverse riserve - sicuramente alcune causate dalla mia limitata padronanza della materia.

In primo luogo, l'azione scenica: ma insomma, siamo a metà ottocento e la parte teatrale di quest'opera mi sembra primitiva: entra Tizio, si presente a centro palcoscenico, canta la sua storia, e se ne va; entra Caio e si ricomincia.

Ogni tanto (ma tanto davvero) un duetto o un quartetto che adombrano uno sviluppo di dialogo tra i personaggi ma, se pensiamo all'opera lirica nel sei-settecento, mi sembra si siano fatti enormi passi INDIETRO. Certo, Mozart era costretto a separare le scene con recitativi secchi, mentre Verdi riesce a tessere un'unica tela di musica dall'inizio alla fine, ma i recitativi mozartiani erano quasi sempre dialoghi con il pubblico o tra i personaggi - intimamente connessi all'azione scenica che - quella sì - non cessava mai di svilupparsi.

Per non parlare dei due cambi scena - per carità, so bene che all'Arena questi esercizi sono sempre alquanto faticosi per le dimensioni delle scenografie, ma ad esempio lo scenografo della Carmen era riuscito a realizzare cambi scena assai più fluidi.

Neanche le luci mi sono sembrate perfette - la ricerca c'era, ma è come se si fosse fermata a tre quarti del lavoro: i diavoli dovrebbero vedersi come silhouettes nei boccascena, ma i fari dietro di essi risultano puntati a caso; oppure la pioggia di coriandoli rossi all'inizio del terzo atto dovrebbe essere valorizzata da un faro rosso che li faccia luccicare che forse è stato dimenticato, oppure ancora i diavoli che sbarrano gli ingressi in basso sono completamente al buio e invisibili.

E due ultimi pensieri critici proprio al coro dei lombardi - già si tratta di un pezzo piuttosto banale seppur popolarissimo, ma c'è proprio bisogno di schierare cinquanta elementi di coro in fila e farli rimanere immobili, impalati, schierati a parata ?

E se si vuole usare l'emiciclo posteriore per comporre delle figure con la luce (a me è sembrato un candelabro a sette bracci, ma non ne sono neppure sicuro) facciamolo per bene, curando l'allineamento dei figuranti.

Insomma, di austriaci a Milano non ce nè più, mi domando se con essi non sia sparito un po' del valore di quest'opera !!

Wednesday, June 15, 2005

Media portabili (non portatili)

Che cosa succede quando ci possiamo mettere in tasca la storia ?

L'iPod per me è proprio questo: una macchina del tempo che mi permette di mettermi in tasca la mia vita ripercorsa attraverso la musica che ne ha scandito le varie fasi: dal rock progressivo attraverso la psichedelia, funky, metal, punk, brit pop, crooning, alla musica italiana d'autore.

Tutto shakerato dentro i 3.000 e spiccioli brani che ho col tempo accumulato dentro la magica scatolina prelevandoli rigorosamente (niente pirati, qui) dalle centinaia di CD che ho ammucchiato in mansarda (e ora, piano piano, anche dai vecchi vinili).

E dunque mi succede che mentre viaggio mi salta addosso "John Barleycorn must die" dei Traffic: esame di Geometria 1, cannato due volte per aver sbagliato la data e alla fine passato con un 30 e lode che solo la materia più odiata poteva meritarsi.

Ora passa "Catholic Girls" di Frank Zappa: un'intera stagione (1984 penso) di assoli di chitarra e a compulsare le copertine più incasinate della storia del rock.

Lui (l'iPod) che ne sa, li passa a caso - ma giocoforza pescando da ricordi che ovviamente non ricordavo più: come quando ho ricomprato "Aqualung" perché avevo dimenticato di averlo, ma mi ricordavo che era importante.

Questo disseppellimento delicato, amorevole (avete presente gli archeologi che con lo spazzolino tirano fuori l'osso di tirannosauro?) da solo, valeva i 500 euri e le centinaia di ore passate a rippare i miei CD.

E' un po' come se la musica fosse il nastrino rosso tirando il quale salta fuori un qualcosa che a prima vista non si vedeva più.

Chissà se potrei fare lo stesso con i miei film ?

Tuesday, June 14, 2005

e ora ?

Il referendum è finito. Hanno votato poco più di un quarto degli aventi diritto: se non è sorprendente che il quorum non sia stato raggiunto, è sorprendente quanto lontani siamo dal fatidico 50%.

Quesiti complicati
Certo si trattava di materia complessa e gli scienziati stessi avevano punti di vista tra loro opposti ma perfettamente plausibili - dunque se non lo sanno loro, noi come possiamo scegliere?

Campagna astensionista della Chiesa
Ma che popolo di religiosi! Mi domando allora come mai le chiese siano vuote e ci siano sempre meno preti? Mah..

La gente non ne può più dei referendum
Estenderei questa valutazione alle consultazioni in generale - forse stiamo tutti pensando: "Abbiamo un Parlamento, facciano il mestiere per il quale sono pagati. Il referendum è una extrema ratio cui ricorrere solo in casi eccezionali e per motivi eccezionali."

Ora attendo lumi dalla CEI: chi ha votato (come me) è in peccato? oppure, addirittura, è scomunicato?

Sto pensando di lanciare un nuovo business: InBarbaAllaQuaranta - con €0.99 (più tasse) si può volare a Londra, coltivare staminali a pacchi e tornare in tempo per andare a mangiare una pizza con gli amici.

Quasi quasi costava di più il taxi per la Mangiagalli

Tuesday, June 07, 2005

Buon senso in vacanza

L'economia è in recessione, la fiducia degli italiani continua a calare, ma alcune cose sembrano inarrestabili.

Come la crescita della spesa per servizi non voce delle telefonia mobile; il "Sole 24 Ore" riporta gli ultimi dati illustrati nel corso dell'ultimo convegno Assinform.

Sotto la asettica definizione "servizi non voce" (cresciuta di oltre il 20%) si nascondono quei servizi principalmente loghi e suonerie che gli utenti usano per personalizzare il proprio cellulare.

Secondo i ricercatori di Nomos, ogni utente di cellulare italiano spende mediamente 60 euro all'anno in loghi, suonerie e messaggi: moltiplichiamo per 51 milioni di cellulari e otteniamo oltre 3 miliardi di euro all'anno, naturalmente senza contare il traffico generato da questi servizi.

Insomma, il taglio dell'IRAP.

Due considerazioni angosciose:
  1. Io non ho mai comprato né un logo, né una suoneria in vita mia e non credo di essere l'unico: mia moglie non capisce neanche a cosa servano e i miei due figli in età cellulabile hanno provato una volta ciascuno, visto quanto costa e ora ne rifuggono come dalla peste, pena l'evaporazione improvvisa della loro già scarsa allocation mensile. C'è evidentemente qualcuno che ha fatto anche la parte della famiglia Catalfamo; conclusione: chi spende in queste cose, spende davvero tanto.
  2. Se l'economia cresce zero, significa che i dindi spesi in questo modo sono stati sottratti a qualcos'altro; è sempre difficile ricostruire a ritroso in cosa avrebbero potuto essere spesi ma è lecito domandarsi se non stiamo vendendo un pezzo di stato sociale (scuola, sanità) per pagarci spese voluttuarie (loghi e suonerie). Un po' come vendere la casa per pagarsi la fuoriserie
Potremo anche criticare il Berlusca perché taglia le tasse, ma certo che se poi questi soldi in più li bruciamo in loghi & suonerie siamo cornuti & mazziati.

Wednesday, June 01, 2005

Rileggere "Don Giovanni": episodio 8 (scene 20 – 22)

Inizia il ballo e nonostante tutto quello che è successo prima, don Giovanni decide di provarci ancora con Zerlina! La sua audacia è incredibile, e riesce a trascinarla via sotto gli occhi di tutti; poi però lei non collabora e si mette a strillare: per cavarsi d’impaccio (ennesimo scambio) don Giovanni acchiappa Leporello e lo accusa di aver tentato la violenza incaricandosi della punizione.

Per sua sfortuna però si trova circondato da persone che non credono alle sue fabbricazioni: le maschere cadono e i suoi persecutori gli sono addosso; quasi a contrappasso deve accorrere in sua difesa Leporello (non avrebbe nessun senso salvare il proprio accusatore se non fosse che – così – salva se stesso) suggerendogli di fingere una temporanea infermità mentale.

Trovo significativo che in questo finto finale (peraltro abbastanza debole dal punto di vista della narrazione) la dote di cui don Giovanni/Leporello mena vanto sia il suo coraggio: "Nulla mai temer lo fa"/"Nulla mai temer mi fa" come se si rendesse conto che solo la sua sconfinata spavalderia lo può riscattare dalla sua iniquità.

Rileggere "Don Giovanni": episodio 7 (scene 15 – 19)

Finalmente don Giovanni si è liberato delle due impiccione e può tornare alle contadine che ha lasciato affidate a Leporello. Questi con qualche difficoltà è riuscito a tener botta, superando anche l’imbarazzo dovuto alla comparsa come al solito di Elvira che ha gettato scompiglio (ma tanto Zerlina sapeva già tutto) e che Leporello è riuscito con l'inganno a chiudere fuori del giardino.

Nel frattempo Zerlina non ha perso tempo ed è riuscita a far pace con Masetto usando ogni civetteria e dandogli ad intendere di essere la sua schiava d’amore ("batti, batti o bel Masetto, la tua povera Zerlina"), pensiero al quale il villano non può avere reagito che sentendosi lusingatissimo.

Zerlina ha ben capito che da don Giovanni non otterrà nulla e vorrebbe d'ora in poi evitarlo per non incrinare la sua fragile pace con Masetto, ma questi sta covando oscuri propositi di vendetta e nel tira e molla i due perdono il momento buono per allontanarsi perché arriva don Giovanni, in vena di festeggiamenti; i due cercano invano di nascondersi, ma vengono coinvolti nella festa imminente, così come don Ottavio, donna Anna e donna Elvira che, in maschera (quale intensa ferocia in Anna che, pur di vendicare il padre e l’affronto, non esita a spogliare il lutto e mettersi in maschera) si aggirano dalle parti del palazzo di don Giovanni, evidentemente desiderando cogliere in fallo il traditore – Leporello li invita su richiesta di don Giovanni e così tutti i protagonisti son riuniti.

Rileggere "Don Giovanni": episodio 6 (scene 11 – 14)

Mentre don Giovanni smoccola per l’occasione persa, inciampa nientemeno che in Donna Anna che con l’imbelle fidanzato se ne viene vestita a lutto, arruolando amici per dar la caccia all’assassino del padre. Non riconoscendolo se ne fa promettere l’aiuto che egli, incredulo per la fortuna, sta giurando quando manco a dirlo ricompare Elvira.

Qui don Giovanni si trova davvero in difficoltà: le accuse di Elvira si fanno più precise e se sarebbero perse nei confronti di quel fesso di Ottavio, in pochi minuti chiariscono ogni cosa a Anna, che è di ben diversa pasta; don Giovanni riesce cavarsela accusando di pazzia Elvira e facendola allontanare, ma ormai è troppo tardi. Donna Anna ha capito tutto e, anche se le tocca la comica umiliazione di dover raccontare tutto per filo e per segno al suo stolto fidanzato, ha chiarissimo cosa deve fare e obbliga con un’aria da Valchiria Ottavio a fare il suo dovere: “Vendetta ti chiedo, la chiede il tuo cuor”. Don Ottavio non capisce ancora, ma ovviamente obbedisce e giura vendetta: il cerchio attorno a don Giovanni si va inesorabilmente stringendo.

Rileggere "Don Giovanni": episodio 5 (scene 7 – 10)

Entrano in scena due coprotagonisti importanti, Masetto e Zerlina che stanno festeggiando, insieme ad un gruppo di altri villani, le loro imminenti nozze.

Don Giovanni e Leporello allontanandosi con sollievo dalle rimostranze di Elvira, si imbattono nella festa e immediatamente tutto cambia: don Giovanni adocchia una nuova preda, ma mentre si prepara al corteggiamento Leporello ancora una volta agisce da brutta copia del suo padrone, facendo gesti volgari che fanno cacciare urli – non si sa se di schifo o di sorpresa - alle contadinotte ("anch’io caro padrone, esibisco la mia protezione").

A Leporello viene affidato il ruolo di distrarre tutti (soprattutto Masetto) portandoli a visitare lo sfarzoso palazzo di don Giovanni pieno d’ogni ben di Dio, mentre questi sarà libero d’agire con Zerlina. Ed ecco la prima traccia delle zoccolaggine di Zerlina; Masetto capisce immediatamente il disegno del cavaliere e tenta di opporsi come può: certo non può reggere il confronto con la volontà di don Giovanni sulle cui intenzioni, però, non nutre alcun dubbio.

Zerlina invece sembra protestare l’innocenza di quelle attenzioni – ma se il fine lubrico non è sfuggito allo stolto contadino non si capisce come possa essere sfuggito alla ragazza che è sicuramente assai più sveglia; la verità è che anche Zerlina ha capito tutto ma intende esplorare i possibili risvolti utilitaristici delle attenzioni che le vengono rivolte.

Allontanato Masetto con le buone o con le cattive, don Giovanni parte alla carica senza trovare poi chissà che opposizione: nel duetto che segue Zerlina prima chiama Masetto "suo marito", poi però corregge "gli diedi parola di sposarlo" e alle insistenze di don Giovanni risponde con un (finalmente) sincero "non vorrei alfine ingannata restar" spazzato via da quegli con un perentorio "è una impostura delle gente plebea".

E’ fatta ! don Giovanni non deve far altro che intonare (la voce del cavaliere è la sua arma di seduzione più potente) la celeberrima aria "Là ci darem la mano" e Zerlina è già pronta a cedere onore e decoro: per il promesso sposo non è rimasto che un tristissimo (per lui) "mi fa pietà Masetto".

La frittata non si compie solo per il provvidenziale intervento di donna Elvira che piomba sui due colombi e con la consueta passione spiattella a Zerlina la verità sulle intenzioni di don Giovanni: anche in questo frangente però si indovina una familiarità tra i due dato che il cavaliere le si rivolge sottovoce chiedendole di farsi da parte: "Idol mio, non vedi ch’io voglio divertirmi?" ovvero: non temere, mio unico amore, questa non è che una delle mille fraschette con le quali mi pavoneggio.